John Locke - La concezione dello Stato - affermazione della tolleranza

 


Secondo Locke, che è considerato uno dei principali teorici del pensiero liberale e democratico moderno, il potere politico si fonda sul consenso dei cittadini. Egli afferma (a differenza di Hobbes) che nello Stato di natura gli uomini godono dei diritti naturali alla vita, alla libertà e alla proprietà, tuttavia data la mancanza di legalità, quindi per evitare abusi e degenerazioni, gli uomini decidono di costituire una società civile stipulando un contratto sociale che implica un patto di unione (gli individui si uniscono in una società civile) e un patto di sottomissione (i cittadini si sottomettono ad un autorità che ha il compito di tutelare i diritti naturali). Lo Stato deve essere fondato sul consenso dei cittadini, deve governare in modo non arbitrario e deve prevedere la separazione dei poteri: legislativo ed esecutivo al fine di evitare il dispotismo. Inoltre, occorre tenere distinti i due ambiti: politico e religioso. Il primo finalizzato a fare le leggi e a farle rispettare il secondo finalizzato a soddisfare i bisogni spirituali per cui la Chiesa è una società libera e volontaria. 
Locke chiarisce nella "Lettera sulla tolleranza" la necessità della distinzione della sfera politica da quella religiosa. riconoscendo piena libertà di culto a tutte le religioni e auspicando il divieto per lo Stato di imporre con la forza una fede particolare. Nessuna religione è superiore alle altre e la fede non può essere imposta con la forza.

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