La concezione di Dio e dell'Anima - Aristotele

 La concezione di Dio

Dio è la sostanza immutabile ed eterna che causa il movimento dell'universo. Ama il mondo e con la propria volontà lo regola seguendo un piano provvidenziale. Il Dio di Aristotele non si identifica con quello delle religioni monoteiste ma è il principio supremo dell'universo, la spiegazione del movimento e del cambiamento.
Le sfere celesti sono caratterizzate da un movimento, continuo, circolare ed eterno. 
Deve esserci una sostanza prima, eterna, non soggetta al cambiamento o al mutamento e dunque immobile, che può imprimere il primo movimento all'universo, tale sostanza è Dio.
Dio deve essere una sostanza pura non che non assume ulteriori trasformazioni. Dio deve esistere, perché nel mondo ci sia il movimento e deve essere sostanza incorporea, pura e immobile.
Dio può causare il movimento rappresentando il fine, l'oggetto di amore e di desiderio delle sfere celeste. Egli attrae ed è garante dell'ordine, ma non il creatore dell'universo. L'universo è eterno.

L'anima

L'anima è concepita come forma "incorporata", calata della materia. Il principio della vita immanente nelle cose animate, strettamente legato al corpo di cui rappresenta la causa formale, efficiente e finale. Il corpo è soltanto materia e potenza, che in virtù dell'anima si traduce in vita "in atto": per questo motivo l'anima è unita al corpo in una comunione inscindibile.
Nel trattato Sull'anima, Aristotele esprime la relazione tra l'anima e il corpo,  l'anima attualizza il corpo, rendendolo vivente.
Aristotele riconosce tre diverse funzione dell'anima:
  1. funzione vegetativa: è propria di tutti gli esseri viventi a partire dalle piante e implica il loro nutrirsi, crescere, riprodursi e morire
  2. funzione sensitiva è propria degli animali e dell'uomo i quali, oltre a nutrirsi e a crescere, sono capaci anche di provare sensazioni e di desiderare
  3. funzione intellettiva è propria esclusivamente degli uomini, grazie alla quale essi possono pensare, ragionare, parlare e dirigere anche altre forme di vita
Per Aristotele tutta la conoscenza nasce dai sensi: l'intelletto non potrebbe apprendere nulla se i sensi non gli offrissero la materia da elaborare e strutturare. Nel trattato Sull'anima: "Nessuno potrebbe imparare e intendere nulla se non apprendesse nulla con i sensi; e tutto quanto si pensa si pensa necessariamente con immagini". La mente è attiva giudica e discerne.

I processo conoscitivo si svolge attraverso tre stadi:
  1. conoscenza sensibile: deriva dai cinque sensi, i quali ci permettono di provare le varie sensazioni. Vi è poi il senso comune, da cui dipende la coscienza di tali sensazioni e la possibilità di collegare i dati qualitativamente differenti provenienti da esse.
  2. immaginazione: produce immagini o riproduzioni mentali delle sensazioni ottenute attraverso i sensi. Si tratta di immagini che, pur derivando dalle impressioni sensoriali, permangono in noi anche dopo che l'oggetto che le ha provocate è scomparso e pertanto sono autonome rispetto alle cose sensibili. 
  3. conoscenza intellettiva: agisce sulle immagini, astraendo da esse la forma intellegibile, ovvero il concetto universale.

L'intelletto attivo e l'intelletto passivo

L'intelletto a un primo livello è solo passivo,
è come un foglio bianco su cui non abbiamo ancora scritto nulla, che può accogliere qualsiasi tipo di messaggio. Per questo Aristotele riconosce l'esistenza di un intelletto attivo, che contiene già tutte le forme e i concetti in atto e che, agendo sull'intelletto passivo, gli consente di attualizzare la propria potenzialità conoscitiva.

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