Francis Bacon - Francesco Bacone


Nasce a Londra nel 1561. Compie i suoi studi dapprima presso il Trinity College di Cambridge e poi al Gray’s Inn di Londra. Studia malvolentieri le materie giuridiche, dopo la morte del padre è in difficoltà economiche, grazie al conte di Essex, ottiene un seggio nel Parlamento di Londra. Mentre è all’apice della fortuna politica, nel 1621 viene accusato di peculato. Egli confessa pubblicamente e viene condannato a un’ammenda e alla reclusione nella torre di Londra (pochi giorni), oltre che all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Gli ultimi anni Negli ultimi anni Bacone si dedica esclusivamente alla filosofia e all’indagine sperimentale. Muore nella residenza del conte di Arundel a causa di una malattia polmonare nell'aprile 1626.

Fu interprete e cantore del valore e delle possibilità della scienza moderna. Una scienza non più considerata nella sua veste puramente teorica, ma proiettata nella dimensione pratica.

Sostiene che la scienza si prefigge la conoscenza della natura per assicurare all’uomo un miglioramento delle condizioni di vita, sulla base del principio secondo cui “sapere è potere”. La più grande ambizione che l’uomo è dominare la natura, non con la violenza, ma obbedire alle sue leggi, ossia conoscerla e rispettarne l’intima essenza.

Bacone preferisce quella dell’“inventore”, alla figura del sapiente circondato da un’aura di sacralità quella del professionista che contribuisce al progresso della scienza. È in quest’ottica che invita i suoi contemporanei a rifiutare la «dittatura» di Aristotele.

Nella vasta indagine del filosofo inglese si riconosce una parte critica (destruens) e una parte costruttiva (construens). La critica si rivolge ai seguaci della filosofia aristotelica. In particolare, ritiene che occorra liberare la conoscenza da quattro gravi pregiudizi (idòla):
1. gli idoli della tribù, che appartengono all’intero genere umano in quanto dipendono da vere e proprie disposizioni naturali;
2. gli idoli della spelonca, ossia i pregiudizi che derivano dall’educazione, dalla famiglia, dal carattere personale;
3. gli idoli della piazza, prodotti dal linguaggio e dal suo uso ambiguo e impreciso;
4. gli idoli del teatro, cioè i pregiudizi che e derivano dalle diverse dottrine filosofiche.

Innanzitutto afferma, che l’uomo deve avere come suo compito precipuo quello di interpretare la natura e le sue leggi. Bacone invita a utilizzare delle “tavole”, la cui funzione consiste nel predisporre il materiale empirico, organizzandolo e catalogandolo:
1. tavole della presenza, su cui si registrano tutti i casi in cui si verifica il fenomeno che si studia;
2. tavole dell’assenza, su cui si registrano tutte le situazioni che non rivelano la presenza del fenomeno;
3. tavole delle comparazioni, su cui si registra la variazione di intensità con cui un fenomeno si verifica. In questo modo si consente all’intelletto di avanzare la prima ipotesi (o «prima vendemmia», vindemiatio prima) in ordine all’interpretazione della “forma” del fenomeno studiato. Tale ipotesi deve poi essere verificata attraverso una serie di prove, di cui la più importante è il cosiddetto esperimento cruciale, quello che consente di accettare definitivamente un'ipotesi abbandonando le altre.

Nella sua ultima opera, la Nuova Atlantide, Bacone delinea una società utopica, in cui gli scienziati detengono il potere politico e promuovono il benessere dei cittadini. Una società giusta e pacifica perché, grazie all’impiego della scienza e della tecnica, ha sconfitto la superstizione, l’ignoranza, la violenza e l’oscurantismo.

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