Cartesio - Dubbio metodico e intuizione del Cogito

 


René Descartes, nasce il 31 marzo 1596 a La Haye (regione francese). Dopo gli studi nel collegio di La Flèche nel 1616 si laurea a Poitiers in diritto canonico e civile e si arruola volontario in uno dei due eserciti francesi stanziati a Breda, in Olanda. Tra il 1620 e il 1625 intraprende una serie di viaggi, visitando anche l’Italia, per poi stabilirsi a Parigi. Dal 1629 si trasferisce in Olanda. Nel 1649 si stabilisce in Svezia, a Stoccolma, dove muore di polmonite nel febbraio del 1650.

Si interroga sui meccanismi di funzionamento della conoscenza umana ed inizia un suo percorso di ricerca mettendo in dubbio il sistema delle conoscenze.
Per la ricerca della verità è necessario individuare un metodo di conoscenza; il filosofo ritiene che la matematica e la geometria dispongono di un ottimo metodo poiché non ammettono nulla che non sia supportato da rigorose dimostrazioni. Successivamente formula quattro regole fondamentali:
1. evidenza: solo le idee chiare e distinte sono segno di verità;
2. analisi: occorre scomporre i problemi in parti più elementari, per semplificare la risoluzione del problema;
3. sintesi: passaggio graduale dalle conoscenze semplici a quelle complesse (legate reciprocamente tra loro);
4. enumerazione: revisione generale di tutte le fasi del processo.

Per assicurare la fondatezza della verità, ricorre al metodo del dubbio. Il metodo deve essere rigoroso, effettuato con un processo metodico. Il filosofo mette in dubbio, a fasi successive, l'intera realtà a partire da quella dei sensi (che a volte ingannano). Anche su realtà chiare ed evidenti possiamo esercitare un dubbio (ipotesi del genio ingannatore), dunque devo supporre che tutto ciò che vedo, sento e immagino sia falso. Il dubbio diviene dunque universale, cioè iperbolico.

Esigenza principale diventa quindi la ricerca di un fondamento solido e sicuro per la conoscenza. L'unico elemento che ha resistito alla forza del dubbio, la sola cosa certa è che per essere ingannato devo esistere; ed esisto come qualcosa che dubita cioè che pensa. Io penso dunque io esisto (cogito, ergo sum). 


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