Socrate

 

nato ad Atene nel 469 a.C. ebbe una educazione da benestante (sport, musica e poesia), fu' soldato ed in seguito educatore. Fu condannato a morte nel 399 a.C. con l'accusa di miscredente e corruzione dei giovani.
Ritenuto il filosofo per eccellenza divenne emblema della sete di verità che pervade la filosofia di ogni tempo. Non lasciò opere scritte ma vi sono varie testimonianze della sua vita negli scritti dei suoi discepoli. Il più rappresentativo e attendibile è Platone. Nei Dialoghi di Platone ritroviamo la personalità di Socrate in maniera dettagliata, nei Discorsi Socratici di Eschine, Antistene e Senofonte vi sono notizie sulla vita e sul pensiero del grande filosofo.

Fu condannato a morte in un periodo politico molto instabile, la democrazia appena ristabilita dopo ii 30 tiranni, si sentiva minacciata dalle istanze critiche di personaggio popolare come Socrate. Il popolo stesso lo condannò, con una giuria popolare, forse mossa da sentimenti rancorosi nei confronti dei filosofi, ritenuti responsabili dello stato di crisi in cui versavano le città.
La morte di Socrate fu il simbolo della sua grandezza spirituale. Rifiutò l'esilio, che gli avrebbe permesso di rimanere in vita, ribadì coscienziosamente le sue tesi in tribunale, trascorse serenamente l'attesa della sua esecuzione in carcere rifiutandosi di evadere e alla fine bevve la cicuta che lo uccise con tranquillità e decoro; dimostrando il suo rigore morale e il suo perfezionamento interiore.

Per comprendere ciò, è utile ripercorrere l'itinerario spirituale socratico attraverso l'opera Apologia di Socrate scritta da Platone nel 395 a.C.. L'opera inizia con il responso dell'oracolo di Deli che indica Socrate come l'uomo più saggio. Per comprendere il perché di questa definizione, Socrate inizia la sua ricerca interrogando gli uomini che avevano la fama di grande saggezza. Alla fine giunge ad una risposta: Socrate è il più saggio perché sa di non sapere; cosa di cui non hanno consapevolezza gli altri che si vantano di sapere ogni cosa. Si sente quindi portatore di una missione divina: scuotere gli uomini dal loro torpore spirituale, pungolarli incessantemente per costringerli a dubitare di se stessi e delle loro convinzioni.

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