Gorgia

 

nato a Lentini, in Sicilia tra il 485 e il 480 a.C. fu discepolo di Empedocle, viaggiò molto e mori in età avanzata (presunta- 109 anni) in Tessaglia.

Porta all'estremo il relativismo culturale affermando che il discorso è tutto. La parola diventa forza conquistatrice. Professa inoltre un certo scetticismo per cui non esiste nulla di oggettivo, e se anche esistesse non sarebbe possibile comunicarlo ad altri perché bisognerebbe usare la parola, la quale non può essere identificata con la realtà.

Per Gorgia il linguaggio è un gioco, che affascina e conquista, una forza che permette di dominare e influenzare i sentimenti umani. L'esistenza stessa diventa irrazionale e misteriosa, gli uomini non sono liberi ma governati dal forze incontrollabili: il fato, il caso, le passioni e la persuasione delle parole.

L'Encomio di Elena è un orazione il cui intento è dimostrare l'innocenza di Elena (moglie di Menelao che segue Paride a Troia scatenando la guerra), il trattato presenta quattro argomenti possibili per dimostrare che essendo priva di libero arbitrio non è responsabile. 

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