Gli Ionici



La prima riflessione filosofica, per dare una risposta razionale al mistero della vita, si sviluppa nella Ionia tra i VII-VI secolo.
Nella città di Mileto, che al tempo era tra le più potenti della Ionia, Talete, Anassimandro e Anassimene sono stati i primi a tentare di spiegare i fenomeni atmosferici ricorrendo a cause naturali. Secondo il loro pensiero vi era una causa, un principio originario (arché) da cui tutte le cose hanno origine. 
L'arché rappresentava sia la materia di cui le cose erano fatte, sia la forza che le aveva create, sia la legge che le governa.

Talete (fine VII sec. prima metà VI sec a.C.) aveva una personalità pragmatica e concreta. Riteneva che il principio primordiale fosse l’acqua, poiché ogni cosa vivente è intrisa di questa sostanza. Immaginava l'universo come un enorme Oceano da cui si era generata la vita e i corpi celesti. Il mondo piatto fluttuava sulle acque e lì tutte le cose faranno ritorno quando periranno.

Anassimandro (610 a.C. - discepolo di Talete) Inventò la prima carta geografica del mondo. Fu il primo ad utilizzare il termine arché. Lui riteneva che il principio di tutte le cose fosse una sostanza indefinita, che nominò ápeiron, da cui le cose derivano per separazione dei contrari.

Anassimene (tra il 586e il 525 a.C.) Identificò il principio originario con l'aria, da cui le cose derivano per rarefazione e condensazione.

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